"E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI VEDERE IL CAMPO..."
Il film La Leggenda di Bagger Vance (2000, regia di Robert Redford e splendide interpretazioni di Charlize Theron, Will Smith e Matt Damon) è diventato nel corso degli anni un vero “cult” per chi si occupa di formazione e coaching.
Tra le tante scene di questo film che ispirano chi fa il nostro lavoro ce n’è una, quella che abbiamo riportato, che può essere utile per rappresentare in forma sintetica le competenze che il coaching offre a chi vuole raggiungere un proprio obiettivo, personale e/o professionale. La scena, che parla di "vedere il campo", può essere "riletta" attraverso prospettive diverse; vediamo quali sono.
1) Il modellamento
Bagger Vance (interpretato da Will Smith), per far capire a Runnulph Junuh (Matt Damon), giocatore di golf alle prese con una grave crisi di identità e di autostima, il concetto di cosa significhi “vedere il campo”, gli chiede di seguire il grande campione Bobby Jones il quale si pone di fronte al campo con grande coinvolgimento e fa in modo di mettersi in contatto con se stesso.
Dice Bagger Vance che Jones “ha tanti colpi tra cui scegliere ma c’è soltanto un colpo che è in perfetta armonia col campo, un colpo che è il suo, un colpo autentico e lui sceglierà proprio quel colpo, c’è un colpo perfetto che cerca di raggiungere ciascuno di noi non dobbiamo far altro che toglierci dalla sua traiettoria lasciare che lui scelga noi”.
Questo misto di attenzione, calma e concentrazione sugli altri e sui loro comportamento, il modellamento -appunto-, permette di apprendere dagli altri e fare proprio un comportamento efficace. Attenzione, non parliamo di replicare, ma di prendere spunto, ispirazione per personalizzarlo attraverso i nostri comportamenti e la migliore espressione di noi stessi.

2) Creare la consapevolezza
Questa è un'altra delle competenze del coaching. Infatti, per essere efficaci, non basta modellarsi al comportamento di un campione, perché è importante anche “trovare” il proprio colpo migliore. A tal fine Bagger Vance invita Junuh a cercare con le mani il proprio colpo… “le tue mani sono più sagge di quanto non sarà mai la tua testa”.
Come può il giocatore di golf, sembra quasi chiedere Vance, fare buca senza ascoltare il campo, senza interpretarlo e viverlo fino in fondo? È come pensare di nuotare senza l'acqua, i suo elemento naturale, oppure di fare formazione al di fuori di un contesto di apprendimento.
Questa considerazione di Vance permette a Junuh di avere una nuova consapevolezza che gli permetterà di andare oltre le difficoltà della partita e recuperare il "senso" del proprio gioco e, forse, della propria vita, devastata dalle sofferenze patite durante la Prima Guerra Mondiale che, al suo ritorno in patria, l'avevano reso un uomo senza voglia di lottare e senza ideali
3) La capacità di pianificare e raggiungere obiettivi
Bagger VanceJunuh“Spero solo di aiutarti a trovare la via”Bagger VanceJunuh“Ci sei tu, quella palla, la bandiera e tutto ciò che sei”. Il risultato, cioè il tiro di Junuh, sarà strabiliante...Infatti, deve arrivare da solo a raggiungere il suo obiettivo, attraverso il suo lavoro personale, non lo può portare lui. conclude il suo monologo invitando sottolinea che a spazzare via ogni pensiero dalla propria testa, a pensare “al qui ed ora” che la partita gli sta offrendo ed a diventare un tutt’uno con il campo: . E
A questo film, qualche giorno fa, ho dedicato una puntata della mia trasmissione “Così Parlò Cerathustra”, in onda il lunedì sera alle 21, su Radio Godot. Ecco il link al podcast.