QUI ED ORA... SIAMO "CONNESSI" CON IL "NOSTRO MOMENTO"?

Penso che la famosa scena tratta dal film Kung Fu Panda rappresenti una delle migliori immagini per presentare il concetto del “qui-ed-ora”. Alla fine di questa, infatti, il maestro Oogway dice ad un demoralizzato Po (neo-eletto “guerriero-dragone” e totalmente inconsapevole delle proprie potenzialità): “Ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà. C'è un detto: ‘Ieri è storia. Domani è un mistero ma oggi è un dono, per questo si chiama presente’”.
La scena è un invito a vivere il momento presente con la necessaria attenzione, a non lasciarsi trasportare dalle “distrazioni” che la nostra esistenza ci propone ogni giorno, siano esse legate alle recriminazioni sul passato e/o alle preoccupazioni sul futuro. Infatti, focalizzati su ciò che è successo ieri e preoccupati di ciò che potrà accadere domani, ci perdiamo spesso la cosa più importante… l’oggi.
Un suggerimento molto simile lo ritroviamo anche in Deepak Chopra (scrittore e medico indiano, autore di saggi new age) che sottolinea che “il passato è storia e non si può modificare, il futuro è un mistero e non possiamo prevedere con che accadrà, né averne il controllo. Possiamo solo farci ispirare dai nostri desideri e da ciò che vogliamo realizzare; il presente è un dono, anche linguisticamente ha questo significato, e va vissuto come un regalo. E’ l’unica dimensione temporale reale nella quale agire” (G. Giuffredi, L’Onda del Coaching, Piccin, Padova, 2016, pag. 13).
Quindi, il “qui-ed-ora” diventa uno dei concetto-guida delle nostre azioni quotidiane e, come tale, è stato trattato anche in contesti ed atmosfere meno “spirituali”, come dimostra anche la citazione di Aldous Huxley fatta da Daniel Goleman nel suo volume Focus (Rizzoli, Milano, 2013, pag.68). “Nel suo romanzo L’Isola di Aldous Huxley, dei pappagalli addestrati sorvolano la gente e, di punto in bianco, si mettono a strillare: ‘Qui ed ora, ragazzi, qui ed ora!’. Questo promemoria aiuta gli abitanti di quell’isola idilliaca ad abbandonare i sogni ad occhi aperti per tornare a concentrarsi su ciò che sta accadendo intorno a loro in quel preciso momento. La scelta del pappagallo come messaggero sembra appropriata: gli animali, infatti, vivono solo nel ‘qui ed ora’. Un gatto che ci salta in braccio per essere accarezzato, un cane che attende con ansia il padrone dietro la porta di casa, un cavallo che reclina la testa per leggere le nostre intenzioni mentre ci stiamo avvicinando: tutti esempi della medesima concentrazione sul momento presente. Nella visione di Huxley, l’eterno ‘ora’ ospita tutto ciò di cui abbiamo bisogno per realizzarci”.
Quindi, quello che possiamo fare ora, in questo momento, rappresenta una grande opportunità per noi, per poter cambiare ciò che non ci piace, per sviluppare potenzialità non ancora pienamente espresse o, infine, per lasciare andare cose che non ci appartengono più. E la consapevolezza che questo “eterno momento” diventi un’opportunità da cogliere “al positivo” e non un’occasione persa, da vivere “al negativo” nelle recriminazioni o nella preoccupazione, è probabilmente tutto ciò di cui abbiamo (davvero) bisogno. Ora, come sempre.
“All you need is now…”, cantavano nel 2011 i Duran Duran. “Dipende tutto da te ora… Trova te stesso nel momento… Non hai bisogno di nessuno… (perché) tutto quello di cui hai bisogno è adesso”.
Quindi, visto che ce lo suggeriscono in tanti (dal cinema alla musica, dagli studiosi new age agli esperti di intelligenza emotiva), la domanda è semplice: cosa faremo oggi, ora, in questo momento, “forti” e consapevoli (?) delle esperienze passate per “preparare” al meglio il nostro futuro?
La risposta è dentro di noi, direbbe Quelo ne L’Ottavo Nano… facciamo in modo che sia quella giusta.